AH23

“O il pozzo era profondissimo oppure Alice precipitava lentissimamente, perché mentre cadeva ebbe un mucchio di tempo per guardarsi intorno e chiedersi cosa sarebbe accaduto poi”
(Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll)
 
Liberamente ispirato al Bianconiglio, AH23 è un progetto in costante sviluppo comprendente derive di diversa natura. Nato come composizione teatrale concepita per un pubblico tradizionalmente frontale, AH23 si fonda su una partitura coreografica esatta e ripetibile sempre uguale a se stessa, studiata per una superficie di lavoro minima: un tavolino da salotto; la dinamica di svolgimento del lavoro è, però, contaminata da un’attitudine performativa e di osservazione del luogo che sposta i confini della danza adattandoli alle situazioni proposte, siano esse teatrali, urbane o di altro genere. Il progetto viene a configurarsi, quindi, come un contenitore aperto che assume, di volta in volta, diverse sfumature d’atmosfera e significato suggerite dagli spazi e dalle condizioni d’azione.

 

 

Con: Olivia Giovannini e Cristiano Baricelli
Concezione coreografica: Olivia Giovannini
Drammaturgia in progress: Davide Francesca, Olivia Giovannini
Cura degli spazi e luci: Davide Francesca
Suono: .J. Dusk
Le opere Conigli impazienti e Attenti al… sono di C. Baricelli
Foto: Laura Milone
Con il sostegno di TeatrOvunque

 

 

AH23 è un progetto selezionato per il circuito Anticorpi eXpLo 2009/2010 – tracce di giovane danza d’autore, promosso da Anticorpi XL, primo network indipendente italiano dedicato alla giovane danza d’autore – e sostenuto dal Festival delle arti sceniche contemporanee TDV 2010 (Roma).

 

 

 

  • Solincasa09 -Appartamento privato – Genova: nell’agosto 2009 AH23 ha la sua prima rappresentazione in un appartamento privato. Gli invitati prendono posto sui divani e le poltrone di un salotto in cui luogo scenico e luogo quotidiano si confondono: lo spazio performativo contiene al suo interno gli spettatori, generando una messa in gioco che costringe i performer ad un’esposizione senza filtri e il pubblico ad una visione talmente ravvicinata da risultare interna.
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    photo Laura Milone

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    Festival Ammutinamenti-Vetrina Giovane Danza d’Autore-Santa Maria delle Croci – Ravenna : nel settembre 2009 il progetto torna alla sua forma originale per un pubblico distante e frontale ma il lavoro viene rappresentato nella sala di uno spazio espositivo, all’interno di una mostra d’arte contemporanea: l’allestimento scenico di AH23 si modifica attraverso un precedente studio sul luogo e le opere in esso contenute.
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    photo Laura Milone

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    InsolitiFestival: vetrina negozio Cabib – Torino: nel dicembre 2009 AH23 prende il titolo di 32 – 1 studio x AH23 e viene concepito per essere rappresentato nella vetrina di un negozio. La partitura coreografica abita un posto fortemente distanziato dal pubblico attraverso un vetro; il lavoro cerca, allora, un collegamento con lo spazio circostante in un movimento di andata e ritorno tra il dentro e il fuori attraverso azioni di fuoriuscita nella realtà urbana. I passanti che si fermano per caso davanti alla vetrina, intanto, entrano a fare parte del gioco performativo, offrendosi inconsapevolmente agli sguardi del pubblico arrivato appositamente per assistere al lavoro.
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    photo Mirco Marcon

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    Teatri di Vetro 4 – Festival delle arti sceniche contemporanee – Garbatella, spazi urbani – Roma: nel maggio 2010 AH23 prende il titolo di ALICE – 2 studio x AH23, performance in transito che segue gli spostamenti dei suoi personaggi e abita luoghi differenti nell’arco temporale di un’intera serata.
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    photo Laura Milone

     

     

    Festival Notturno in danza – Teatro dell’Archivolto – Genova: nel febbraio 2011, facendo transitare i suoi personaggi all’interno di un teatro, ALICE mixdown – 3 studio x AH23 presenta una sorta di Alice contemporanea pronta a misurarsi con situazioni, spazi e tempi che le impongono costantemente la presenza assente di un uomo in bianco: nel loro Paese delle Meraviglie lei cerca un punto di passaggio, lui – icona fissa ed invariabile – guarda altrove. Antidoto: spogliarsi, rivestirsi, nascondersi, mascherarsi, offrirsi, sottrarsi, abbandonare. Intanto, lì dentro, nulla cambia.
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    photo Laura Milone


     

     

    Collettiva “Eros della Distruzione – un’esposizione per la B.i.t.c.(h)” – Libreria BooksintheCasba – Genova:
    nel maggio 2012 la performance alice – UNTITLED mette in mostra il corpo di Alice mentre lascia cadere ogni simbolo femminile: nella carne si imprimono gli indelebili segni di un’assenza.
    Foto di Fabio Casazza – fabiocasazzaph@gmail.com
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    photo Fabio Casazza

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    We Are For Beat presenta MOTEL 1989 FACTORY – Villa Grock – Imperia:
    WONDERland- #proj.
    luglio 2012
    “Il Coniglio Bianco […] trasse un orologio dal taschino […]. Alice balzò in piedi […], lo rincorse […], facendo appena in tempo a vederlo cacciarsi dentro a una gran tana […]. Un istante dopo Alice lo inseguiva là sotto, senza riflettere neanche per un momento a come diavolo avrebbe fatto a tornarsene fuori. […]un attimo dopo era già saltata in piedi; guardò in su, ma in alto era tutto buio; […] si trovò in una sala […] Tutt’intorno […] c’erano tante porte, ma tutte chiuse a chiave; e quando Alice l’ebbe interamente percorsa da una parte e poi dall’altra, provando ogni porta, si diresse mestamente verso il centro, domandandosi in che modo avrebbe mai potuto andarsene da lì. All’improvviso s’imbatté in un tavolino […] su di esso […] una minuscola chiave […] come bramava di uscire da quella sala oscura e gironzolare fra quelle aiuole di vividi fiori […].
    Alice non ebbe neppure un istante per pensare di fermarsi che già si trovò a precipitare […]. Giù, giù, giù. Sarebbe mai cessata quella caduta? […]. <<[…] ieri le cose andavano come sempre. Mi chiedo: che sia stata scambiata nella notte? […] Ma se non sono la stessa, la domanda seguente è: […] Chi sono io, allora? Ditemi prima questo, e poi, se mi andrà di essere quella persona, verrò su; se no, resterò quaggiù finché non sarò qulachedun’altra […] Sono davvero stufa di starmene qui tutta sola! […]>>. Dopo un po’, tuttavia, udì nuovamente un rumore di passettini in lontananza e rialzò ansiosa lo sguardo […]. Era il Coniglio Bianco, che lentamente tornava trotterellando sui suoi passi […].
    << […] Quando leggevo le fiabe, pensavo che quel tipo di cose non accadessero mai, e adesso, eccomi qui, mi ci trovo nel bel mezzo! […] qui non c’è più spazio per diventare più grande di così>>”
    (da Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie – Lewis Carroll )

     
    Con: Cristiano Baricelli, Liliana Cortese, Olivia Giovannini
    Visual: Erika Baruffaldi
    Suono: Alessio Glisenti
    Foto: AA.VV
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    photo AA.VV.

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  • ALICE mixdown – 3° studio x AH23
    A cura di: S.A.N.

    “Spiazzante e originale, provocatorio e sincero, coerente con il lavoro che Olivia Giovannini fa da alcuni anni, è “Alice mixdown-3° studio x AH23”. Reiterati approcci al piccolo mondo di Alice per scuotere una figura maschile che resta impassibile, passi, sequenze lente che si sciolgono su un tavolino da salotto, su uno sfondo in musica minimale e una scena sovrabbondante. È una festa forse, questo moderno “Paese delle meraviglie”, con avventori-pubblico che restano immobili in un’atmosfera surreal-fiabesca, tra divanetti e tavolini, piante e pupazzi in forma di conigli. Olivia-Alice si spoglia a strati, il gioco incalza e da vera trasformista diventa una bionda vamp in tacchi a spillo; la musica – prima ascoltata come un’eco che usciva da un cellulare – diventa piena e accompagna il climax. Sinché la protagonista torna ad essere una piccola Alice e svela, nuda, il suo desiderio di perdersi, per poter vivere solo in una prossima favola”
    Monica Corbellini (critico danza La Repubblica)
    26 febbraio 2011 – Notturno in danza – Teatro dell’Archivolto – Genova

     

     

    AH23. Femmina dentro, sotto. L’uomo accanto
    (AH23 è un progetto a cura di S.A.N.)

    “Femmina dentro, sotto. L’uomo accanto. OliviAlice tornano a casa e trovano sul divano l’uomo, il Bianconiglio. Ma “il paese delle meraviglie è chiuso” e così, in uno spazio costretto, lei deve trovare un antidoto per espiare la colpa della propria differenza, spogliandosi, rivestendosi, nascondendosi, scoprendosi. OliviAlice contano. A scendere e a salire 12345 e la mano si apre. Olivia si chiude. Generosità di ogni arto e di un corpo che nelle forme trova lo spazio in cui riuscire a stare. E’ gradita l’attenzione ai dettagli, un telefono come filo con il mondo esterno. Uno specchio, un rossetto. Intanto lì dentro nulla cambia. Lei sta dove si trova, ogni volta con più fatica ma anche con maggiore liberazione. Lui rimane anche quando lei se ne andrà.
    Proseguendo il lavoro iniziato nel 2006 Olivia Giovannini continua la sua ricerca di condizione assoluta in un piccolo mondo-spazio”.

    Marina Giardina
    1 settembre 2009 – Solincasa – Genova

     

     

    ALICE mixdown – 3° studio x AH23
    A cura di: S.A.N.

    “Non è vero che su quel tavolino nulla cambia. Il corpo offerto dopo gli strati di un’accumulata sofferenza e di un’ostentata sfacciataggine (Embé – pare dire fin dall’inizio – So what ?)è in realtà un corpo umiliato.
    Dopo i colpi e le cadute 12345 di nuovo conto e ricado.
    Ho provato a far festa ma non può esserci gioia in una bambolina da carillon.
    Guarda i colpi e i segni addosso adesso tu uomo sul divano che te ne vai. Mi voto al sacrificio ma forse poi mi rialzerò di nuovo e ricomincerò. Sempre diversa”.

    Marina Giardina
    26 febbraio 2011 – Notturno in danza – Teatro dell’Archivolto – Genova

     

     

    ALICE – UNTITLED

    “Si offre con rabbia, si sistema con fatica. Si rialza per necessità. Continua a contare 12345. Perché il tempo non cambia. Scandisce i colpi. Pulendosi la bocca da un rossetto che non serve. Non serve più la parrucca, scivola via velocemente, e il tavolino è diventato letto che brucia anche se è ancora l’unico luogo dove poter cercare e forse finalmente riposare. L’uomo è dietro,sta. Testimone silenzioso di questo conflitto. Lo sguardo di lei, riverso all’indietro come un oggetto, diviene un soprammobile che però respira e piano piano si acquieta”

    Marina Giardina
    12 maggio 2012 – Eros della distruzione-un’esposizione per la B.i.t.c.(h)