INCONTRI SETTIMANALI DI PSICOMOTRICITÀ EDUCATIVA per BAMBINI
condotti da Olivia Giovannini, laureata in Storia della Danza al DAMS di Torino; insegnante di danza, espressione corporea e ginnastica dolce/posturale; psicomotricista diplomata in Psicomotricità Educativa alla Scuola di Psicomotricità di Genova e iscritta all’elenco Professionale degli Psicomotricisti di ANUPI Educazione; formatrice; coreografa/performer/danzatrice e modella coreutica per Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova > www.oliviagiovannini.net
dal 27 settembre 2023 presso CENTRO MULTIFUNZIONALE IL GLICINE BIANCO (Genova)
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
BAMBINI 18/36 MESI
-QUANDO:
Da settembre a dicembre 2023, il mercoledì – h. 16 > h. 16,30
Gli incontri riprenderanno a gennaio 2024, con la stessa modalità, giorno e orari.
Le date del 2024 sono ancora in via di definizione.
-COME:
9 incontri tra settembre e dicembre 2023
La partecipazione agli incontri può non essere consecutiva anche se è vivamente consigliata.
E’ richiesta la presenza di un genitore o altra figura di riferimento per il bambino.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
BAMBINI 3/6 ANNI
-QUANDO:
Da settembre a dicembre 2023, il mercoledì – h. 16,40 > h. 17,30 Gli incontri riprenderanno a gennaio 2024, con la stessa modalità, giorno e orari.
Le date del 2024 sono ancora in via di definizione.
-COME:
9 incontri tra settembre e dicembre 2023
La partecipazione agli incontri può non essere consecutiva anche se è vivamente consigliata.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
DOVE:
CENTRO MULTIFUNZIONALE IL GLICINE BIANCO
Corso Firenze 12 (Genova), cancello su piano strada
fb: www.facebook.com/ilglicinebiancogenova
CALENDARIO da SETTEMBRE a DICEMBRE 2023 per tutti i gruppi:
mercoledì 4, 11, 18 e 25 ottobre
mercoledì 8, 15 e 22 novembre
mercoledì 20 dicembre
INFO E ISCRIZIONI:
oli.giovannini@gmail.com
whatsapp 340.3325142
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PSICOMOTRICITA’ EDUCATIVA
In sintesi
Psicomotricità vuol dire giocare bene!
La Psicomotricità propone un percorso – basato sul gioco del bambino – che offre strumenti utili allo sviluppo globale della persona sul piano del corpo, del movimento e dell’azione, dell’espressività e della rappresentazione, favorendo e rafforzando capacità e competenze.
La Psicomotricità è una pratica finalizzata a facilitare lo sviluppo armonico del bambino, è un modo di rapportarsi e di comunicare con il bambino per condurlo all’esplorazione e alla conoscenza di sé, favorire il suo processo di apprendimento e la capacità di relazione: la Psicomotricità ha come parametri l’azione, il corpo e la capacità di “agirlo” nel tempo e nello spazio in tutta la sua globalità.
L’attività ludica, proposta in un setting composto di materiali e oggetti non strutturati e di uno spazio/tempo adeguato per agire all’interno di una conduzione non direttiva, fa sì che il bambino entri in contatto con il proprio mondo interno (stabilendo rapporti con le proprie emozioni) ed esterno (stabilendo rapporti con i coetanei e l’adulto di riferimento), favorendo il procedere dello sviluppo affettivo, relazionale e cognitivo.
Il gioco
La Psicomotricità è un’attività caratterizzata dal gioco del bambino.
Giocare si esprime in alcune declinazioni principali:
– gioco tonico-fusionale: caratterizzato da attività ludiche tipiche del primo anno di vita, basate su forme di sintonizzazione grazie al contatto con l’adulto, alla mediazione degli oggetti e a variazioni tonico-posturali: dondolii, rotolamenti, trascinamenti ecc. ma anche giochi specifici di rispecchiamento con interazioni faccia a faccia o vocali.
– gioco sensomotorio: caratterizzato da attività basate sul piacere del proprio corpo in movimento e di equilibrio/disequilibrio (cadute, salti, giravolte, rotolamenti e così via), e da attività rivolte verso l’esterno, lo spazio e gli oggetti: corse, arrampicamenti, lanci, trascinamenti ecc. E’ il piacere di muoversi e di vivere il movimento attraverso tutto il corpo.
– gioco protosimbolico: il gioco che precede quello simbolico vero e proprio e partecipa alla sua formazione. Si manifesta con la ricerca di manipolazione degli oggetti e di contrasti quali presenza/assenza, vicinanza/lontananza, costruzione/distruzione, apertura/chiusura. In questo periodo compare anche la tendenza del bambino alla nidificazione, l’attrazione per gli angoli, gli spazi chiusi, le nicchie che, nel gioco simbolico, diventeranno tane, case, rifugi.
– gioco simbolico: il gioco centrato su quel “far finta” che fa essere sé stessi, esprimendosi nel profondo, che fa riuscire a scoprirsi e a comprendersi e, quindi, a comprendere gli altri. I temi di questo tipo di gioco sono vasti e vari, evolvono con l’età, sono espressione di vissuti emozionali e relazionali, di sviluppo, cognitivi: ad esempio le case, i travestimenti e i giochi di ruolo, i mezzi di trasporto, gli animali e così via.
Perché il gioco?
Perché è il mondo del bambino, perché attraverso il gioco il bambino si esprime, dice delle cose di sé, conosce il mondo, prende le misure, capisce come stare e come trasformare.
Attraverso il gioco e grazie agli oggetti, che sono mediatori fondamentali, il bambino entra in contatto con il proprio mondo interno – le proprie emozioni – e l’esterno, l’ambiente, lo spazio, gli altri, le relazioni.
Durante il gioco, lo psicomotricista ha occasione di osservare la qualità del movimento, la tipologia di azione, il tono muscolare e la postura del corpo, elementi fondamentali dal punto di vista espressivo e comunicativo.
Il setting
Per facilitare il gioco, la psicomotricità crea un ambiente sicuro, rassicurante, protetto e definito, attraverso quello che tecnicamente si chiama setting.
Il setting comprende:
– una scansione precisa del tempo, attraverso piccoli rituali (entrare nello spazio, salutarsi, dirsi i nomi, ricordare le regole e i tempi dell’attività, il via al gioco, il riposo, il cerchio finale, il riordino).
– un patto sulle regole, che sono poche e semplici ma chiare e si ripetono insieme ogni volta. Le regole contengono il concetto basilare dell’avere cura: di noi stessi, degli altri, del materiale, del tempo (ad esempio: non farsi male e non fare male, dividere e condividere i materiali, ascoltare le parole magiche come il via e lo stop).
– oggetti non strutturati e vari materiali con cui giocare.
– il pensiero dello psicomotricista, la sua modalità di presenza e la progettazione su come strutturare gli spazi di gioco.
Rituali e regole
Permettendo lo svolgimento del gioco libero nel rispetto dei propri e degli altrui tempi e desideri, rituali e regole aiutano il gruppo ad elaborare ed interiorizzare le modalità necessarie per la convivenza in uno spazio/tempo condiviso.
La Psicomotricità, infatti, è una pratica orientata da un’ottica inclusiva che si pone come tentativo di risposta ai bisogni di ciascuno con le proprie differenze e peculiarità: coniugando conoscenze ed abilità in una dimensione operativa, l’esperienza psicomotoria costituisce un momento fondamentale di relazione e collaborazione rafforzando un ambiente sereno in cui giocare, esprimersi e apprendere in gruppo.
Materiali
I materiali proposti in Psicomotricità sono composti da oggetti non strutturati: ciò permette al bambino una libera sperimentazione di gioco attraverso la scelta – di volta in volta – di come utilizzare gli oggetti e di cosa farli diventare, sia in senso concreto che simbolico: cerchi, palle, palloncini e palline, tunnel, stoffe di differenti dimensioni e fogge, corde, materassini di spessori vari, scatole e contenitori, superfici su cui arrampicarsi, spazi adeguati per saltare e altro ancora.
Materiali e spazi di gioco saranno idonei alle specifiche tappe dello sviluppo, la cui dinamica è un processo continuo e stratificato dove le nuove conquiste si integrano con le precedenti, le inglobano e si compongono con esse.
Metodologia
La Psicomotricità è un’attività che – grazie ad una pedagogia indiretta fondata su un setting in cui si progettano spazio, tempo, materiali, patto sulle regole, presenza/ruolo dell’adulto – ha l’obiettivo di osservare, accogliere e restituire i vissuti interni implicati nell’azione del gioco. La pratica psicomotoria, quindi, è un modo di intendere le connessioni tra processi corporei, emotivi e cognitivi che si fonda sull’azione e trova campo nell’attenzione al comportamento della persona nel gioco.
La Psicomotricità si basa sul gioco come principio teorico e metodologia d’intervento, permettendo al bambino di vivere stati emotivi quali solo l’attività ludica infantile sa offrire e favorendo le due forme di gioco più tipiche dell’infanzia: il gioco sensomotorio, caratterizzato dall’utilizzo del corpo in senso dinamico e reale, e il gioco simbolico, centrato sul “far finta”.
Un punto fondamentale della proposta psicomotoria è la modalità di presenza dell’adulto, la sua capacità di sintonizzazione, di osservazione, accoglienza e accompagnamento delle dinamiche di gruppo e dei singoli, di rispecchiamento e restituzione dei vari vissuti attraversati dai bambini. Lo scopo della presenza dell’adulto è la facilitazione del gioco dei bambini e dell’espressione dei loro vissuti emotivi. Lo psicomotricista, quindi, conduce gli incontri con una modalità non direttiva, osservando dall’interno del contesto di gioco, cercando di comprendere quando giocare direttamente con i bambini o quando sono sufficienti piccole azioni, gesti, sguardi.
Viene favorita, così, la libera iniziativa del bambino e si interviene – là dove necessario – per facilitare la comunicazione, lo sviluppo del gioco e l’evoluzione dei processi cognitivi.
Seguendo il bambino nel dinamismo del suo pensiero, noi ritroviamo il dinamismo del nostro pensiero. Cerchiamo insieme, in una continua dialettica tra il loro pensiero e il nostro.
Questa apertura reciproca si basa su una profonda e autentica comunicazione. Essa è possibile soltanto se l’adulto conserva la sua disponibilità: costante disponibilità al presente, a se stessi, al proprio corpo, all’oggetto, allo spazio, all’altro.
(da ‘Simbologia del Movimento’ – Lapierre, Aucouturier)
La conduzione non direttiva è resa possibile dalla progettazione del setting, caratteristica base dell’intervento psicomotorio in quanto sua cornice e territorio. Il setting comprende l’insieme delle condizioni costanti della Psicomotricità – la predisposizione di spazio, tempo e materiale di gioco, il ruolo dello psicomotricista, il patto sulle regole, la possibilità di dare spazio a pensieri e rielaborazioni – che ne fanno un contenitore spazio/temporale, materiale, relazionale e mentale.
Costante, definito e protetto, il setting diventa ambiente facilitante – in cui il bambino può attivare liberamente il gioco – e un luogo di riferimento.
PER SAPERNE DI PIU’:
SE SEI UN’ASSOCIAZIONE, UN CENTRO ESTIVO O HAI UNO SPAZIO DI LAVORO E TI INTERESSA ORGANIZZARE DEGLI INCONTRI DI PSICOMOTRICITA’ per BAMBINI, ADULTI o ANZIANI, SCRIVI A:
oli.giovannini@gmail.com
whatsapp 340.3325142
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Olivia Giovannini fa parte di Rete DanzaContempoLigure
fb: www.facebook.com/danzacontempoligure
web: www.retedanzacontempoligure.org
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photo: Giulia Ferrando > www.giuliaferrando.it
grafica: Simona Cova – R&P Informatica > www.rpinformatica.com